costa dei sogni

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Raffica di arresti nell’ambito di un’operazione per reati ambientali contro il mare. Scorrendo i nomi degli indagati nasce qualche dubbio e si impone un momento di riflessione in attesa di conoscere qualche dettaglio.

A parte il potentissimo Gianfranco Mascazzini che ha gestito – secondo noi – in maniera indecente le emergenze ambientali della nostra amata Regione Campania ed i potenti della Protezione Civile, Marta Di Gennaro, e della Prefettura Corrado Catenacci, soggetti inarrivabili dal comune cittadino e dunque sordi alle istanze provenienti dai territori, pare che siano stati arrestati dai carabinieri nel blitz coordinato dalla procura della Repubblica di Napoli anche tecnici e professionisti ben noti alla nostra associazione e per qualcuno di essi facciamo fatica a digerire che possa aver commesso crimini contro l’ambiente.

In attesa di saperne di più e di tornare in argomento nei prossimi giorni, va comunque immediatamente inviato un plauso alla Procura della Repubblica di Napoli per l’impegno profuso nella ricerca dei responsabili di gravissimi crimini ambientali.

Il procuratore capo Giandomenico Lepore e il suo procuratore aggiunto Aldo de Chiara sono molto sensibili alle istanze dei cittadini in genere ed hanno prestato orecchio anche alle denunce di quelli privati del mare sul litorale domitio dedicando energie, mezzi e tempo alla ricerca di eventuali responsabili.

Certo che quel che è accaduto al mare del casertano e di Napoli nord grida vendetta e non può non essere colpa di qualcuno e prima o poi qualche responsabile dovrà trovarsi. Vedremo se ce ne sono di responsabili tra gli arrestati ma nel frattempo possiamo sicuramente affermare che tra di loro c’è gente che non si cura di ascoltare le istanze dei cittadini ritenendoli noiosi. Anche i politici spesso, non è però il caso dell’ex assessore Luigi Nocera, durante le campagne elettorali prestano ascolto alle doglianze ma poi si dileguano subito dopo il voto e difficilmente rispondono a telefono.

Nel corso dell’operazione, coordinata dalla procura di Napoli e portata avanti dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza, pare che sia stata accertata l’esistenza di un accordo illecito tra pubblici funzionari e gestori di impianti di depurazione campani. Un accordo che avrebbe consentito, per svariati anni, lo sversamento in mare del percolato (il rifiuto liquido prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani) in violazione delle norme a tutela dell’ambiente. Secondo gli inquirenti, infatti, il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare non solo il litorale domitio ma anche zone del salernitano..

Sequestri di documentazione sono stati messi in atto in diverse sedi istituzionali, come la prefettura di Napoli, la Regione Campania ma anche la Protezione civile di Roma e in sedi di aziende di rilievo nazionale. L’indagine, durata fino al luglio 2010, è stata sviluppata mediante attività tecniche, nonchè riscontri documentali, che hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ex uomini politici, professori universitari, dirigenti della pubblica amministrazione e tecnici delle strutture commissariali che si sono avvicendati al Commissariato per l’emergenza rifiuti della Regione Campania dal 2006 al 2008.

Gli associati di Costa dei Sogni erano già in festa perché finalmente, dopo 30 lunghi anni, ampi tratti del litorale sono recentemente ritornati balneabili e ciò vuol dire che si sta modificando finalmente la tendenza di fare scempi ambientali contro il nostro mare.
Alla buona notizia della recuperata balneabilità segue ora quella dell’indagine della Procura partenopea che si riferisce ai crimini commessi da chi era deputato negli scorsi anni a difendere l’ambiente e non lo ha fatto trasformando il mare in un immondezzaio.
Antonio Scalzone, sindaco del Comune di Castel Volturno, le cui spiagge hanno nuovamente un mare balneabile, si dice soddisfatto dell’impegno dei magistrati campani e noi ci aggiungiamo a lui.

Ci sarebbe, a questo punto, da essere ottimisti sul litorale devastato ambientalmente per terra per cielo e per mare se non fosse per la preoccupazione che qualcuno si è messo in testa di aprire una nuova discarica a Quarto, a poche centinaia di metri – in linea d’aria – dal litorale.

Una scellerata decisione, quella di individuare in una conca, in una depressione densamente abitata, l’area per scaricarvi rifiuti.

Ma allora dove facciamo le discariche? Potrebbe chiedersi qualcuno.che abita nelle popolose zone di Sant’Antimo o comuni circostanti.

Dovunque, è la nostra risposta, ma non sulla fascia litoranea. E non perché siamo succubi della sindrome “ovunque fuorché nel mio giardino” ma solo perché fino ad oggi la fascia litoranea domitio flegrea è stata l’immondezzaio della Campania.

Da Pianura a Bortolotto, passando per Taverna del Re, per non parlare dell’ecomostro di Cuma, giusto per citare i più noti siti inquinati, il litorale domitio ha già dato tanto alla causa dello smaltimento dei rifiuti, sia quelli solidi che i reflui. Ora è il momento delle bonifiche non di nuovi sversatoi. Né vale l’argomento di pretesa giustizia che vuole le discariche comprensoriali in ogni provincia. Napoli e periferia, con circa tre milioni di abitanti, non possono smaltire i propri rifiuti senza l’aiuto delle province più estese e meno densamente abitate.

Chi ha usufruito per trent’anni della fascia litoranea a nord di Napoli per eliminare i rifiuti della Campania metta ora a disposizione il proprio territorio e cessi la devastazione della zona flegreo-domitia.

Gia dal 2009 Costa dei Sogni con Striscia la Notizia denunciava la grave situazione

Fonte
Gaetano Montefusco
Costa dei Sogni

http://www.costadeisogni.it/cds/arresti-eccellenti-il-mare-e-nuovi-pericoli-la-discarica-di-quarto